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Ho il setto nasale deviato

La deviazione del setto nasale è una condizione anatomica estremamente frequente infatti, piccole deviazioni possono essere riscontrate praticamente in tutti i soggetti esaminati.

Ho il setto nasale deviato
Ho il setto nasale deviato

“Ho il setto nasale deviato”, quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase? E quante volte magari la abbiamo pronunciata noi? I disturbi legati al cosiddetto setto nasale deviato sono molti, a volte molto fastidiosi, in alcuni casi possono portare dei problemi anche abbastanza importanti. Per fortuna quello del setto nasale deviato è un problema che ha anche una soluzione. Chirurgica. Adesso non storcete il naso… ma continuate a leggere se volete saperne di più. Abbiamo intervistato il Prof. Desiderio Passali, Direttore della Cattedra di Otorinolaringoiatria dell’Università degli Studi di Siena, e gli abbiamo posto le domande che più spesso pongono – e si pongono – le persone che soffrono di questa patologia (o quelle che ci convivono). Ecco cosa ci ha spiegato.

Si dice spesso: ‘ho il setto nasale deviato’. Ma magari non è vero. Possiamo chiederle di spiegarci in cosa consiste dal punto di vista anatomico il setto nasale deviato, e in percentuale quante persone ne soffrono, in diversa misura?
La deviazione del setto nasale è una condizione anatomica estremamente frequente infatti, la struttura cartilaginea posta a divisione delle due fosse nasali è assolutamente rettilinea quasi esclusivamente nei pazienti che hanno subito una correzione chirurgica della stessa mentre piccole deviazioni possono essere riscontrate praticamente in tutti i soggetti esaminati; basti pensare che in una percentuale variabile dal 65 all’80% si riscontrano deviazioni del setto.

Più rare sono le deviazioni delle componente ossea, posteriore del setto stesso. In alcuni casi però tali deviazioni sono causa di ostruzione nasale più o meno fastidiosa per il paziente a seconda del grado di ostruzione.

I disturbi possono peggiorare con l’età?
Indubbiamente il protrarsi negli anni di una situazione patologica insieme al normale decadimento della funzionalità nasale dovuto all’età portano alla comparsa delle complicanze locali (rinosinusiti) e a distanza (bronchiti, broncopolmoniti).

Quando si rende necessario un intervento? A che punto lo specialista deve consigliare l’intervento chirurgico?
In ogni caso in cui divengano manifeste le suddette complicanze e quando i test di funzionalità nasale: Rinomanometria (studio funzionale della respirazione nasale con il calcolo delle resistenze in-espiratorie e totali per ciascuna narice e dei relativi flussi); Rinometria Acustica (studio delli volumi e delle aree trasverse per ciascuna narice); Tempo di trasporto Mucociliare (studio dell’attività muco ciliare, sistema di difesa, della mucosa nasale) risultano alterati.

In cosa consiste l’intervento? Quali le possibili complicazioni di questo intervento che è in effetti da tutti considerato un po’ ‘cruento’?
In realtà la “settoplastica funzionale” è un intervento molto poco cruento , infatti non necessita di tagli chirurgici evidenti, ma viene eseguita per via totalmente endonasale. Dopo aver scollato ed isolato la struttura del setto nasale dalla mucosa che la ricopre le porzioni cartilaginee e/o ossee deviate della stessa vengono asportate riposizionando poi la mucosa sulla porzione residua non devianta e suturata la piccola ferita interna al naso con punti riassorbibili. Spesso alla setto plastica vera e propria è spesso associata la decongestione dei turbinati inferiori (anche in questo caso è da preferire l’approccio sottomucoso che non crea lesioni alla mucosa nasale che è a tutti gli effetti l’organo del naso). I turbinati inferiori sono strutture della parete laterale del naso, di fronte al setto, che, insieme ai medi ed ai superiori, servono a svolgere le funzioni di ventilazione, umidificazione, difesa del naso. Spesso i turbinati ed in particolare quelli inferiori si ipertrofizzano e perdono la capacità di aumentare e diminuire di volume causando, a loro volta, un’ostruzione nasale dunque si rende necessaria una loro riduzione di volume ovvero una decongestione che disostruisce il naso.

Dopo l’intervento si rende necessario un tamponamento nasale per tre o quattro giorni atto a d evitare sanguinamenti e a mantenere in posizione la mucosa del setto in modo che aderisca nuovamente alle strutture osteocartilaginee.

Oltre al sanguinamento possibile complicanza dell’intervento è la perforazione del setto dovuta ad una asportazione eccessiva di sostanza o ad una lesione ampia della mucosa settale.

Si tratta di un intervento definitivo e risolutore oppure possono esserci delle recidive?
La setto plastica, se ben eseguita non è gravata da recidive in quanto il materiale asportato non si riforma quella che invece può recidivare è l’ipertrofia dei turbinati e necessario, per evitarla curare le cause che hanno portato i turbinati a perdere la loro funzionalità prima dell’intervento.

Si sente parlare dell’uso del laser per certi tipi di interventi al setto nasale. Sembrerebbe meno invasiva e meno dolorosa rispetto all’intervento chirurgico tradizionale. Si tratta di una tecnica efficace?
Il laser non ha alcuna applicazione negli interventi di setto plastica i quali, proprio per la metodica usata, non possono usufruire degli utilizzi del laser che di fatto altro non è che un semplice tagliente “a caldo” rispetto a bisturi che invece è definito a “freddo”. Alcuni autori hanno descritto l’utilizzo del laser per la decongestione dei turbinati inferiori, ma tale metodica è stata ormai quasi da tutti gli otoiatri abbandonata perche più ricca di complicanze, a carico della mucosa nasale, della decongestione sottomucosa oltre che a essere più costosa.

Grazie
Alessio Cristianini | ADVERSUS

Si ringrazia il Prof. Desiderio Passali Direttore della Cattedra di Otorinolaringoiatria dell’Università degli Studi di Siena

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