ADVERSUS | How low can you go | Katy Perry (e chi se ne frega) bandita a tempo indeterminato dalla Cina. Un’idea da valutare anche dalle nostre parti, forse?

Katy Perry (e chi se ne frega) bandita a tempo indeterminato dalla Cina. Un’idea da valutare anche dalle nostre parti, forse?

Katy Perry non potrà partecipare alla sfilata di Victoria’s Secret a Shanghai. Chi se ne …

Katy Perry bandita a tempo indeterminato dalla Cina (Photo: Depositphotos)
Katy Perry bandita a tempo indeterminato dalla Cina (Photo: Depositphotos)

Katy Perry non potrà partecipare alla sfilata di Victoria’s Secret a Shanghai. Chi se ne frega? La non-notizia della settimana è probabilmente quella di cui tutti i media occidentali, paladini della libertà di espressione (salvo i casi in cui questa espressione non è in linea con i comandamenti del politically correct) stanno cercando di parlare.

La non-notizia è la seguente: le autorità cinesi hanno negato il visto di ingresso che Katy Perry aveva richiesto per prendere parte alla sfilata di Victoria’s Secret organizzata quest’anno a Shanghai.

I cinesi hanno fatto ne più ne meno quello che le autorità americane fanno quotidianamente a chi (meno famoso) richiede un visto di ingresso negli stati uniti (a meno che non sia richiesta manovalanza per portare a termine qualche piano…) ma in questo caso i media occidentali, su ordine del padrone, si sono dimostrati indignati. Eccome.

Perché le autorità cinesi hanno negato il visto di ingresso a Katy Perry? Perché nel 2015 si è esibita a Taiwan sostenendo apertamente le proteste contro il governo cinese. Una questione molto delicata che probabilmente il cavallo di Troia Katy Perry (come molte altre sue colleghe) aveva ricevuto ordine di tenere aperta e viva nelle menti dei giovani taiwanesi, proprio come ha fatto. La solita propaganda veicolata da cantanti e film a cui dalle nostre parti siamo ormai passivamente assuefatti.

La conseguenza? Non le hanno dato il visto per esibirsi in Cina. Un problema? Per noi no. Per i media occidentali? Sì, chiaramente, anche perché se gli viene detto di comportarsi come se fossero indignati, questi lo fanno subito. Senza problemi.

Bene. Anzi male, perché invece di preoccuparci dei problemi veri, delle guerre assurde e crudeli che stanno distruggendo la vita di decine di milioni (sì, decine di milioni) di persone, vorrebbero che volgessimo lo sguardo alla Katy Perry ed alle sue omologhe e ai suoi omologhi e ai loro visti di ingresso in Cina.

Katy Perry? No grazie, anche da noi please.

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