ADVERSUS | How low can you go | L’inizio della fine per i principali social networks? Lo stato delle cose (e le sorprese non mancheranno)

L’inizio della fine per i principali social networks? Lo stato delle cose (e le sorprese non mancheranno)

Quando il cosiddetto tecnocontrollo di Google, youtube, facebook, twitter, instagram, pinterest tanto per citare i più importanti e trafficati social networks pareva intoccabile, forse qualcosa sta iniziando a vacillare.

L’inizio della fine per i principali social networks? Lo stato delle cose (e le sorprese non mancheranno)
L’inizio della fine per i principali social networks? Lo stato delle cose (e le sorprese non mancheranno)

Stiamo entrando in una nuova fase per quanto riguarda i (quasi ma forse non per molto ancora) onnipotenti social networks e il loro controllo non solo sui dati di chi ne fa uso, ma anche sui contenuti che possono essere pubblicati dagli utenti stessi. La domanda che si stanno finalmente ponendo negli stati uniti è relativa alla natura dei social network stessi.

Sono delle piattaforme, o sono degli editori?

La questione è importante, perchè finora i maggiori social network hanno approfittato di una legge (la cosiddetta section 230 se non ricordo male) che li esentava da responsabilità per quanto riguarda i contenuti pubblicati dagli utenti. In pratica in base alla section 230 se un utente dice qualcosa di illegale su facebook la colpa non è di facebook ma di chi lo ha scritto, e così via.

In questo caso il social network si comporta da piattaforma, come una compagnia telefonica che non è responsabile per quello che i suoi abbonati si dicono al telefono.

Però. Però… da qualche tempo i maggiori social hanno iniziato a bannare, cancellare, sopprimere, demonetizzare, ‘de-piattaformare’ (brutta traduzione dall’inglese deplatforming) un numero sempre più crescente di utenti-creatori di contenuti. Da Twitter a facebook, da Youtube a Pinterest, da instagram a Google… con una sospetta preferenza per l’azzeramento virtuale di chi esprime opinioni vicine ai partiti conservatori, di supporto a Trump, in opposizione al nuovo politically correct (Per qualche esempio di political correctness… fate click qui).

Così facendo i social networks non si stanno più comportando come delle piattaforme neutrali, ma come degli editori che decidono cosa si può e cosa non si può dire, scrivere, in futuro anche solo pensare.

È come se Telecom Italia vi togliesse l’abbonamento e il numero di telefono perchè avete detto che Hillary Clinton vi sta sui coglioni.

E poiché ci stiamo avvicinando (nel 2020) alle prossime elezioni presidenziali americane… chi è penalizzato da questa crescente ondata di radicalismo censorio sinistrorso (i partiti conservatori, ma a dire il vero anche nel centro-sinistra si stanno muovendo in tal senso visto che l’aria che tira in prospettiva non è buona per nessuno…) sta correndo ai ripari.

E così il parlamento americano ha iniziato a mettere sotto pressione i dirigenti dei principali social network che vengono in questi giorni messi di fronte alle proprie responsabilità. E alcuni esponenti di spicco (aspiranti candidati alle prossime presidenziali compresi, anche democratici come dicevamo) stanno parlando di togliere ai social lo status di ‘esenti da resonsabilità’ visto che si arrogano il diritto di censurare i contenuti e bannare i produttori di certi contenuti come pare a loro agendo in pratica come degli editori. La section 230 vacilla.

Non dimentichiamoci che a differenza di quanto accade in Europa dove da sempre siamo stati addestrati a fare attenzione a quanto scriviamo o diciamo in pubblico, negli stati uniti la libertà di espressione è un diritto molto sentito, e la censura dei social network è considerata una vera forma di repressione ideologica. Quale peraltro è, senza dubbio.

Aggiungiamoci che all’orizzonte si profila la cryptocurrency Libra di facebook… cosa succederà? Che se uno è bannato da facebook per le proprie idee politiche non potrà comprare o ricevere pagamenti? Forse sì.

E così, proprio quando il cosiddetto tecnocontrollo di Google, youtube, facebook, twitter, instagram, pinterest tanto per citare i più importanti e trafficati social networks pareva intoccabile, forse qualcosa sta iniziando a vacillare.

Proprio mentre gli algoritmi di ricerca e per la proposta dei contenuti interessanti si fanno sempre più raffinati, mentre la censura operata da questi vendemmiatori di dati personali cerca di passare il più inosservata possibile, mentre lo shadow banning riduce al lumicino la visibilità online di chi non la pensa come il nuovo pensiero unico omologato vorrebbe…

Provate a seguire Poject Veritas, dove uno dei più coraggiosi ed intraprendenti giornalisti d’oltreoceano, James O’Keefe, sta pubblicando in questi giorni documenti riservati, dichiarazioni registrate di nascosto ai manager dei principali social network dai quali emerge chiaramente come questi si sono attivamente organizzati per reprimere ogni voce indipendente che possa portare nel 2020 ad una nuova – così la chiamano loro – ‘Trump situation’. E cioè ad una nuova sconfitta della sinistra.

Leggete, inserite nei bookmarks, e pensateci https://www.projectveritas.com/

E ricordatevi che se smetteste di usare i social network, lo so è una specie di bestemmia, fareste un favore soprattutto a voi stessi. Pensateci. Internet è grande e non deve per forza passare attraverso un social network. Chi ha un cervello indipendente capirà.

ADVERSUS

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