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L’intervento di blefaroplastica

Le borse sotto gli occhi. Un problema estetico molto diffuso anche (soprattutto) tra gli uomini. …

L'intervento di blefaroplastica
L’intervento di blefaroplastica

Le borse sotto gli occhi. Un problema estetico molto diffuso anche (soprattutto) tra gli uomini. Aspetto stanco, espressione stanca… è incredibile come l’aspetto dei nostri occhi possa a volte comunicare stati d’animo e condizione fisica che in effetti non corrispondono a come ci sentiamo. E tutte le cremine ‘drenanti’ e tonificanti per il controno occhi che troviamo sui banchi delle farmacie spesso non servono a molto. Spesso (attori, politici, managers lo hanno scoperto da tempo) si deve far ricorso al chirurgo estetico se si vuole risolvere seriamente il problema delle borse sotto gli occhi.

Questo intervento si chiama ‘blefaroplastica’, ed è un intervento sempre più diffuso. Su questo argomento abbiamo intervistato il Prof. Nicolò Scuderi, Professore ordinario di chirurgia plastica all’Università “La Sapienza” di Roma. Ecco cosa ci ha risposto.

L’intervento di blefaroplastica, ovvero quell’intervento che serve a rimuovere le borse sotto gli occhi (ma esiste anche l’intervento di blefaroplastica alla palpebra superiore), è un intervento molto delicato. Può illustrarci in cosa consiste questo intervento e quali le tecniche più utilizzate al giorno d’oggi? (Se non sbagliamo si può intervenire sia attraverso una piccola incisione all’interno della congiuntiva oppure dal bordo esterno della palpebra)

L’intervento di blefaroplastica riduce l’eccesso cutaneo a carico delle palpebre, qualora presente, e consente di asportare o riposizionare le borse di grasso presenti, migliorando l’aspetto estetico del volto.

Non tutti i pazienti hanno necessità di rimuovere sia la cute che le borse di grasso. In molti casi è necessaria solo una delle due manovre. Ogni ruga o piega della cute intorno agli occhi non può essere rimossa.

La durata del risultato dell’intervento varia da un soggetto all’altro. In molti casi le borse delle palpebre inferiori non recidivano, ma con il passare del tempo la cute diventa più lassa, più ridondante e potrebbe essere necessario in un tempo variabile tra i 5-10 anni successivi un’ulteriore riduzione della cute.

L’operazione può essere eseguita sia in anestesia locale, con o senza sedazione, che in anestesia generale. In caso di anestesia generale è necessario il ricovero presso una casa di cura e la degenza è solitamente di un giorno ed una notte.

L’operazione richiede circa due ore (dai 15 ai 45 minuti per palpebra).

Per la palpebra inferiore l’incisione è di solito eseguita a circa 2 mm dal margine ciliare, parallela al margine palpebrale, e si prolunga per circa 1cm leggermente all’esterno del canto in una ruga presente. La cute viene scollata delicatamente dai tessuti sottostanti. Una quantità appropriata di grasso in eccesso, responsabile della presenza delle borse palpebrali, viene rimossa oppure riposizionata; se necessario, viene asportato l’eccesso cutaneo e quindi la cute viene suturata con fili molto sottili.

In casi selezionati si possono togliere le borse palpebrali inferiori attraverso la congiuntiva (senza incisioni esterne). Questi sono i casi in cui non vi è un eccesso di cute palpebrale inferiore e questa presenta una buona elasticità.

Per la palpebra superiore viene valutato e disegnato l’eccesso cutaneo in modo che la cicatrice finale possa cadere in una normale piega cutanea quando l’occhio è aperto. Nella regione del canto esterno l’incisione curva leggermente verso l’alto. La quantità di cute stabilita viene rimossa. Una quantità adeguata di adipe in eccesso viene asportata e la cute viene chiusa con materiale di sutura molto sottile.

Possono a volte essere indicati interventi complementari o di sostegno della palpebra (quali la cantopessi o la cantoplastica) tesi a modificare il taglio degli occhi. Le rughe cutanee delle regione perioculare possono essere trattate con il laser.

Quando vi è indicazione all’intervento?

La blefaroplastica, come anche altri interventi di chirurgia plastica, è nata inizialmente per correggere disturbi funzionali congeniti o acquisiti e solo successivamente si è sviluppata la finalità estetica. Per tali ragioni le indicazioni e le tecniche variano notevolmente.

Dal punto di vista funzionale le indicazioni all’intervento di blefaroplastica sono le ptosi palpebrali (caduta verso il basso delle palpebre inferiori con ostacolo alla visione e diminuzione del visus), l’entropion e l’ectropion palpebrale (introflessione o estroflessione del margine ciliare, con conseguenze che vanno dalla secchezza oculare semplice alle lesioni corneali gravi) e tutte le sequele postraumatiche.

Dal punto di vista estetico il candidato ideale per questo tipo di intervento ha un eccesso cutaneo sulla palpebra superiore moderato e sulla palpebra inferiore molto modesto, in assenza di significativo rilassamento del muscolo orbicolare. A tali alterazioni o in assenza di esse possono essere presenti della borse palpebrali più o meno rappresentate. Si tratta in genere di persone relativamente giovani, le cui palpebre presentano un “gonfiore” che tende a dare un aspetto stanco e precocemente invecchiato. La presenza di rughe sottili può consigliare l’esecuzione di un peeling o del laser.

L’intervento di blefaroplastica viene richiesto sempre più spesso anche per motivazioni esclusivamente estetiche. E sempre più uomini si rivolgono al chirurgo plastico ed estetico per questo intervento. Ci può dire quale è la percentuale degli uomini rispetto alle donne, e se lei ha la sensazione che la percentuale maschile stia aumentando?

Anche in Italia, cosi come negli Stati Uniti, la richiesta di “aiuto” del chirurgo plastico arriva sempre di più da parte degli uomini. Nello specifico per tale tipo di intervento la percentuale di richiesta degli uomini si attesta sul 25-30% del totale delle blefaroplastiche da me eseguite.

Negli Stati Uniti sono sempre più numerosi i manager e i dirigenti che richiedono questo intervento. Un intervento che, facendo sembrare il viso più riposato e giovane sembra favorire addirittura le assunzioni o l’attribuzione di incarichi professionali di maggior responsabilità. Il fatto di far ricorso al chirurgo plastico per motivi ‘di carriera’ da parte degli uomini è comune anche in Italia?

In Italia, a parte i personaggi del mondo dello spettacolo e della politica, la situazione è un po’ differente. Gli uomini che chiedono di essere sottoposti a tale intervento appartengono già ad un livello dirigenziale e non lo fanno quindi con finalità di carriera ma piuttosto per avere un aspetto più giovanile e quindi per piacersi e soprattutto per piacere di più.

Quali sono i potenziali rischi collegati all’intervento di blefaroplastica?

Si tratta in genere di un intervento che fornisce risultati soddisfacenti e stabili nel tempo. Come tutti gli interventi chirurgici è però esposto (sia pure in una bassa percentuale di casi) a rischi e complicanze. La pratica della medicina clinica e chirurgica non è una scienza esatta. Benché siano previsti buoni risultati, questi non possono essere garantiti né in maniera diretta né indiretta.

Vi sono comunque rischi generici come: sanguinamento o ematoma post-operatorio (in rari casi con la necessità di sottoporsi a reintervento chirurgico), infezione (rarissima), cicatrici evidenti perchè ipertrofiche o fuori dalle normali pieghe cutanee o raramente cheloidi.

Tra le complicanze specifiche abbiamo possibile dislocazione verso il basso del margine palpebrale inferiore in genere dovuto all’edema e quindi reversibile, piccole tumefazioni lungo le cicatrici dovute all’occlusione di ghiandole palpebrali, lacrimazione (epifora): quasi sempre transitoria o reversibile con cure specifiche, asimmetrie delle palpebre o degli occhi specie se preesistenti all’intervento, insorgenza di patologie oculari (rarissime se non preesistenti), raramente modifiche dello sguardo (ad esempio forma rotonda dell’occhio) quasi sempre transitorie

Dopo quanto tempo si può riprendere la vita sociale e quali accorgimenti vanno osservati nei primi giorni successivi all’intervento?

Dopo l’intervento e per le prime 24 ore sarà applicata sugli occhi una medicazione leggera e delle compresse fredde di ghiaccio che verranno cambiate frequentemente. Può essere necessario praticare una terapia medica (antibiotici, antiedemigeni, antidolorifici) o far uso di colliri e lacrime artificiali per alcuni giorni.

Questo tipo di intervento comporta dolore minimo. Edema, iperemia congiuntivale, ecchimosi e discromie (gonfiore, arrossamento e variazioni di colore) variano da paziente a paziente e possono essere modesti o consistenti. La maggior parte dell’edema e dell’ecchimosi scompare fra il quinto e il decimo giorno, ma non è insolito che modificazioni di colore durino più a lungo. Durante questo periodo le palpebre possono apparire gonfie, irregolari ed asimmetriche. E’ possibile anche una modesta lacrimazione ed un certo senso di fastidio alla luce.

I punti di sutura verranno rimossi dopo 4-5 giorni dall’operazione.

Per due settimane è preferibile evitare ambienti molto caldi e l’esposizione diretta al sole per almeno 3 mesi. Il lavoro e le attività sociali sono limitate per un periodo di 10-15 giomi dopo l’intervento. Il make -up dopo 2 settimane. La guida può essere ripresa dopo una settimana.

Questi tempi sono suscettibili di variazioni individuali.

Si tratta di un intervento risolutore, definitivo, oppure a distanza di qualche anno deve essere ripetuto?

Il risultato di un intervento di chirurgia plastica è comunque determinato da un numero variabile di fattori quali le condizioni fisiche del viso, la presenza o l’assenza di adipe, l’età relativa della cute, la quantità e la qualità delle rughe presenti, la struttura ossea sottostante e le influenze ormonali. L’intervento di blefaroplastica è generalmente un intervento che nella maggior parte dei casi non necessità di ripetizione.

 

Grazie

Alessio Cristianini | ADVERSUS

Si ringrazia il professor Nicolò Scuderi
Professore ordinario di chirurgia plastica all’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore della scuola di specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica della stessa Università

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