ADVERSUS | How low can you go | I treni in Italia. Non cambia mai niente. Ritardi, porte che non si aprono, bagni che fanno schifo, menefreghismo

I treni in Italia. Non cambia mai niente. Ritardi, porte che non si aprono, bagni che fanno schifo, menefreghismo

Sì lo so, scopro l’acqua calda. I treni in Italia non hanno mai funzionato. È …

I treni in Italia. Non cambia mai niente. Ritardi, porte che non si aprono, bagni che fanno schifo, menefreghismo.
I treni in Italia. Non cambia mai niente. Ritardi, porte che non si aprono, bagni che fanno schifo, menefreghismo.

Sì lo so, scopro l’acqua calda. I treni in Italia non hanno mai funzionato. È una questione culturale penso, non solo tecnica. Il treno in ritardo è un concetto tutto italiano, tanto che i turisti giapponesi sperano di poter essere coinvolti in un ritardo per poterlo raccontare a casa al rientro dalle vacanze europee. Non è uno scherzo, è vero.

Purtroppo per noi, tornano tutti a casa contenti, visto che il ritardo se lo beccano di sicuro. È matematico.

Scrivo questo breve articolo a bordo di un Frecciarossa, bellissimo nome scelto da qualche agenzia di marketing per un treno che nonostante la sua potenzialità tecnica viaggia come un interregionale (esistono ancora gli interregionali, by the way?) su binari inadeguati, è mantenuto da fare schifo e gestito ancora peggio. Laciamo perdere i treni ‘normali’ che sono ancora peggio.

Bagni che puzzano, porte che non si aprono, controllori e capitreno che si vede non hanno più nemmeno voglia di provare a difendere l’azienda. E parlo della business class, mica della terza classe…

Sempre in business, avete provato a chiedere un secondo (chiamiamolo caffè) caffè all’addetto che solo pochi minuti prima vi aveva accolti con un “Benvenuto Signore, posso offrirle un caffè? E lo snack lo vuole dolce o salato?“. La risposta è sempre: “Mi spiace ma lei ha diritto ad un solo caffè…“. Alla faccia della business. Oggi mi sono portato dietro un thermos con il caffè fatto a casa…

Ma torniamo ai ritardi, che si sommano ad altri ritardi. Certo, non ha senso prendersela con il controllore ci mancherebbe, ma con chi possiamo prendercela allora? “Scusi ma al ritardo finora accumulato di 20 minuti, dobbiamo anche aggiungerci quello di trenta che accumuleremo sulla tratta Brescia Milano?” “Guardi che al momento abbiamo un ritardo di soli 15 minuti… poi faccia conto che ne accumuleremo ancora solo 15 prima di Milano… perché… ha una coincidenza? (detto con l’aria del tipo: se non ha una coincidenza non si lamenti e lasci perdere”)

No” mi esce dal cuore “non ho nessuna coincidenza, è solo che mi sono rotto le palle di questi continui ritardi…” Il controllore abbozza, non si aspettava una risposta così poco educata, mi dice che ho ragione, va avanti con il suo lavoro…

Ragazzi, stiamo parlando del mitico Frecciarossa… il nostro fiore all’occhiello… il treno ultraveloce… quello che dovrebbe fare concorrenza all’aereo… capito? Tanto la colpa non è mai di nessuno. È colpa dei lavori di rifacimento dei binari, colpa di un passaggio a livello che non funziona, colpa di un treno che ha avuto un problema davanti a noi…

Una volta avevo un compagno di classe un po’ scemo che giustificava i ritardi a scuola dicendo che il treno aveva bucato una ruota. Un’idea per ampliare il ventaglio di scuse, che ormai sono sempre le stesse?

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