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Di canoni estetici e morale. Gucci e la modella Armine Harutyunyan

Davvero abbiamo bisogno di Gucci per riflettere sul corpo delle donne? Prima di aprire la nostra piccola mente di consumatori ottusi grazie agli insegnamenti morali di chi pensa principalmente a fatturare, giustamente per carità, vorrei riflettere…

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Davvero abbiamo bisogno di Gucci per riflettere sul corpo delle donne?

Prima di aprire la nostra piccola mente di consumatori ottusi grazie agli insegnamenti morali di chi pensa principalmente a fatturare, giustamente per carità, vorrei riflettere su alcuni aspetti di questa finta polemica innescata da Gucci che ha assoldato una modella ‘fuori dai canoni estetici tradizionali’, Armine Harutyunyan, dal viso molto particolare, per la sua ultime campagna (vedete come mi adeguo anche io a usare un linguaggio consono alla rete?):

1 – Se come azienda metti sui social una foto, quello che desideri sono tanti commenti e like e reazioni. Più ne hai, sia in positivo, sia in negativo, più fai parlare del tuo marchio. E, se ti va bene, ne ‘converti’ (parola orribile) una buona percentuale in vendite.

2 – Se sei un’azienda che ha bisogno di far parlare di sé e del suo marchio, cercherai di vincere facile facendo leva sui temi caldi che popolano la rete oggi: gender fluid, black lives matter, body shaming… (e se vuoi stravincere un insulto a Trump ci sta sempre bene.)

3 – Se sei un’azienda che vende un paio di ciabatte di plastica a 310 euro e infarcisce le teste degli adolescenti di ‘must have’ (borsetta dai 2000 euro in su o cintura da 300 e passa euro) hai bisogno di costruirti una nuova verginità e lo fai puntando sulla morale insegnando a noi comuni mortali insegnamenti del tipo: ‘Se non ti piace la diversità, vergognati!’ (chiedete a qualsiasi nativo digitale quanto sia imbarazzante non omologarsi, in rete, al sentire comune. L’imbarazzo è la gogna degli anni 20.)

4 – Vogliamo dirlo che la nuova modella di Gucci non è bella? Non secondo quello che gli stilisti, il cinema, l’arte e la pubblicità per decenni ci hanno imposto come unico e solo modello estetico? Vogliamo dirlo che gli stilisti vogliono le modelle magre, alte e che abbiano il portamento giusto? Armine Harutyunyan ha tutto della modella fuorché il viso, molto diverso dalle altre modelle. Ma in molti la pensavamo così anche ai tempi di Claudia, Naomi o Lynda… quando se Armine fosse andata a un casting sarebbe stata cacciata in malo modo. Ok, i tempi cambiano, e i costumi anche per fortuna. Ma la magrezza di Armine e il suo portamento mi fanno capire che il corpo delle donne nella moda non è per niente cambiato.

5 – Vogliamo dirlo che Armine Harutyunyan è stata assoldata da Alessandro Michele per far parlare del marchio che, come tutti, in questo periodo soffre da morire della crisi?

Online si leggono solo articoli imbarazzati e imbarazzanti, di giornalisti che camminano sulle uova per esprimere quello che non pensano parlando di ‘bellezza non convenzionale’ o ‘fuori dai soliti schemi’.

Di tutta questa vicenda quello che a me salta all’occhio non è il viso di Armine, ma l’uso del corpo delle donne come strumento per vendere, che sia venderci una nuova morale o un paio di ciabatte bordate di pelliccia da 850 euro.

Infine un pensiero rivolto all’impegno sociale di Gucci: se il messaggio che vuole portare avanti è che i canoni estetici e le idee dovrebbero essere fluidi, che ne direbbe di impegnarsi socialmente anche a rendere fluidi i prezzi con cui vende un paio di ciabatte di plastica?

Costanza – Content is Queen

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