ADVERSUS | How low can you go | E io ti banno e ti segnalo

E io ti banno e ti segnalo

Disclaimer: non conosco Parente e non mi è nemmeno simpatico, in compenso conosco gli account su instagram che promuovono libri come fossero biscotti alla nutella, e li ho sempre criticati e derisi e continuerò a farlo.

E io ti banno e ti segnalo
E io ti banno e ti segnalo

E’ un vero e proprio giochino, come si faceva all’asilo, solo che purtroppo sta invadendo la vita vera e non solo quella virtuale.

Vi ricordate quando un compagno vi diceva: ‘Sei brutta?’ e tu gli rispondevi: ‘E io lo dico alla maestra!’ ?

Be’, siamo tornati a quei tempi lì, solo che nel frattempo siamo tutti, chi più chi meno, cresciuti. E il modello lo dico alla maestra lo repilichiamo tutti i giorni grazie all’educazione che Mark Zuckerberg ci ha impartito attraverso facebook e instagram.

Sto parlando della vicenda delle book influencers che si sono schierate contro Parente per aver scritto un articolo di satira (consiglio a tutti di andare sullo Zingarelli a vedere significato e storia della parola) in cui prendeva in giro le book influencer che fanno foto carine con libri da promuovere.

Leggendo la valanga di insulti a Parente e la levata di scudi contro di lui e d’altra parte pochissimi indignati per ciò di cui è stato oggetto (cancellazione dell’account da parte di instagram e valanga di insulti personali anche nei confronti della figlia, una bambina di 7 anni!) mi sono venute in mente una marea di considerazioni che provo a mettere insieme:

  • se andiamo a vedere, tra l’autore dell’articolo (scrittore di 50 anni) e l’oggetto dell’articolo (influencer trentenni o più giovani) c’è una profonda differenza generazionale: i trentenni di oggi sono stati educati per bene da Zuckerberg con la cultura del ban: ‘Se tu non la pensi come me io ti banno’. Questo è quello che facebook ha fatto sin dall’inizio e che ha scritto nelle sue guidelines (riga dritto se no ti cancello l’account), educando le generazioni venute dopo la mia con questa mentalità.
  • chi frequenta i social ha ben presente il meccanismo della delazione: se uno non la pensa come me, mi sta antipatico o altro io lo segnalo al social in questione e se ci sono tante segnalazioni gli viene sospeso l’account. Fate un po’ voi, basta coalizzarsi e la Ferragni potrebbe avere un account sospeso (o forse no, perché lei fa fatturare anche instagram e uno scrittore qualunque no).
  • negli anni d’oro dei blog, quelli che hanno dato voce ai lettori tramite i commenti prima che arrivasse facebook, c’erano i flame creati ad arte da blogger che volevano suscitare polemiche e interesse al proprio blog, i flame erano commenti a valanga in calce a un post polemico o provocatorio che portavano visibilità a un blog magari sconosciuto.
    La differenza con i flame creati da post sui social oggi era che il blogger aveva in mano la chiave del proprio blog (e non Zuckerberg) e poteva decidere di zittire (bannare) un commentatore molesto ma di solito non lo faceva, perché un blog era ricco se aveva tanti commenti, anche di critica. Era il bello delle discussioni nate dalla rete.
    I social hanno purtroppo stravolto e cambiato questo modello: sono i social ad avere le chiavi del tuo account, tu sei solo ospite loro e quindi devi seguire le guidelines di fb o instagram che ti dicono cosa puoi o non puoi scrivere e pubblicare. Infine la nascita degli influencers e la loro continua ricerca di consensi e followers ha fatto sì che gli influencer stessi censurino da soli tutto quello che viene postato per 2 motivi: per creare un personaggio vincente con tanto consenso generale e plauso continuo e per evitare di innervosire chi tiene le chiavi della piattaforma, che è colui che gli permette di portare a casa da mangiare.
  • infine, l’ ultimissima considerazione è sul medium su cui il tutto è nato ed è esploso, che non è instagram bensì un quotidiano, Il Giornale, che risponde a logiche diverse dai social. Un articolo scritto su un mezzo diverso dai social non può essere bannato o cancellato o segnalato, perché lì Zuckerberg non ha giurisdizione (per ora). Perciò viene portato sui social dove può sottostare alle regole dei social, e l’autore dell’articolo può essere cancellato dai social per aver avuto un comportamento non consono alle guidelines fuori dai social. Questo è il futuro che ci aspetta.

Disclaimer: non conosco Parente e non mi è nemmeno simpatico, in compenso conosco gli account su instagram che promuovono libri come fossero biscotti alla nutella, e li ho sempre criticati e derisi e continuerò a farlo.

Costanza Cristianini

Ripubblicato con il permesso dell’autore [link all’articolo originale]

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