Non parlo di emergenza virus, non esprimo opinioni sull’allarme e sulle indicazioni degli ‘esperti’, e chiaramente l’invito a seguire le indicazioni degli ‘esperti’ è assolutamente valido. Siamo in ‘emergenza’…
Ma anche se siamo in emergenza, non avendo in pratica un cazzo da fare in casa (se non applaudire ad orari prestabiliti fuori dalla finestra, ascoltare la marcetta che funge da inno nazionale per l’Italia, suonare strumenti alla cazzo sempre fuori dal balcone, esporre federe di cuscino con arcobaleni – ma non era il simbolo di un altro movimento? – con scritto che tutto andrà bene…) non avendo un cazzo da fare in casa dicevamo, uno magari per sbaglio inizia anche a pensare.
Qui stanno uscendo ‘ricerche’ in cui si sostiene di monitorare gli spostamenti dei cittadini attraverso il gps e le celle telefoniche dei nostri (vostri) cellulari. Pronto???
Il permesso? Lo avete dato quando avete installato una delle migliaia di app del cazzo di cui pare non possiate fare a meno. Qui ci sono dipendenti di importanti università economiche che insieme a dipendenti di importanti università tecnologiche propongono al governo di tracciare gli spostamenti e le frequentazioni del popolo per individuare eventuali comportamenti ‘a rischio’, ci sono assessori regionali che – come faceva mia nonna – dicono di non fare i furbi perché “vi controlliamo attraverso le celle telefoniche…”. Gesù ti vede anche quando sei solo nella tua stanzetta…
Ma stiamo scherzando?
Ragazzi, se ci seguite sapete che da anni parliamo dei rischi per la nostra privacy derivanti dall’uso indiscriminato dello smartphone e delle app che ci installate. Volete proteggervi? Lasciate a casa lo smartphone, non installate tutte quelle app del cazzo, pensate bene prima di considerarvi al sicuro. Il grande fratello non è un programma televisivo, è una realtà incombente da cui ci si protegge solo ed esclusivamente usando il cervello. Se lo avete. Usatelo.
ADVERSUS