ADVERSUS | How low can you go | Terry Richardson alla gogna. Dopo Harvey Weinstein tocca a Terry Richardson

Terry Richardson alla gogna. Dopo Harvey Weinstein tocca a Terry Richardson

Terry Richardson nei guai? Siamo in pieno periodo di caccia alle streghe, e alcuni grossi …

Dopo Harvey Weinstein tocca a Terry Richardson
Dopo Harvey Weinstein tocca a Terry Richardson

Terry Richardson nei guai? Siamo in pieno periodo di caccia alle streghe, e alcuni grossi nomi nel mondo della fotografia e del cinema stanno pagando quella che forse è una strategia più ampia di cui sicuramente sapremo meglio nel futuro prossimo. Dopo Harvey Weinstein tocca a Terry Richardson che è da oggi ufficialmente bandito dalle testate del gruppo Condé Nast  (per il quale gruppo ha tranquillamente lavorato in tutti questi anni, va detto, quando già le voci sul suo conto giravano ma non costituivano un problema).

In una mail ‘filtrata’ e inviata lunedì 23 ottobre da James Woolhouse, vice presidente esecutivo di Condé Nast, alle redazioni delle riviste che fanno parte del gruppo si legge “Condé Nast non gradisce più collaborare con il fotografo Terry Richardson. Tutti i servizi commissionati e quelli già completati ma non ancora pubblicati dovrebbero essere fermati e sostituiti con altro materiale”. Fonte di questa notizia il Telegraph inglese.

Che dire? Tutti sapevano delle voci che circolavano sui Harvey Weinstein, tutti sapevano di quelle relative a Terry Richardson, da anni, anzi da decenni.

Che cosa davvero abbiano fatto davvero questi due ancora non lo sappiamo perché come sempre i media vendono sensazioni per stimolare reazioni nella popolazione intellettualmente passiva, ma certo è che entrambi i personaggi non sono mai stati simpatici a nessuno. Ma non essere simpatici non è un reato.

Hanno abusato della loro posizione, e forse qui iniziano i loro problemi recenti. Forse, perché poi magari dopo essere stati sputtanati, licenziati e sfruttati a scopo autopromozionale da attrici, attricette, aspiranti tali e modelle fallite o sfiorite… qualche giudice dirà che per quanto moralmente riprovevoli le loro azioni non costituiscono reato. Forse sì, forse no, boh.

Nel frattempo però questa campagna giustizialista sta lievitando, e noi stiamo a guardare per capire dove porterà, perché si tratta chiaramente di una campagna programmata e pensata per arrivare da qualche parte.

Vedremo, sull’onda dell’indignazione pubblica, cosa partorirà il sistema. Sempre nel nostro interesse, sempre per proteggerci. Of course.

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