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Francesco Coppola. Dalla scuola di recitazione ai set di Paolo Sorrentino. La genesi di un regista

Osservare, trovare il proprio gusto, cercare le storie che vi affascinano, e infine trovare il vostro messaggio, e non vergognarsene, bisogna sempre provare a lasciare un messaggio in quello che raccontiamo

Francesco Coppola. Dalla scuola di recitazione ai set di Paolo Sorrentino. La genesi di un regista
Francesco Coppola. Dalla scuola di recitazione ai set di Paolo Sorrentino. La genesi di un regista

Quella che vi apprestate a leggere non è la solita intervista ‘tecnica’. Anzi, di tecnico ci troverete ben poco. Francesco Coppola ha un background artistico, formativo e creativo talmente ‘all round’ che qualsiasi definizione volessimo provare ad attaccargli addosso… gli andrebbe stretta. Prima gli studi a Roma come attore, poi un cambiamento di rotta verso la produzione di video musicali, per passare alla produzione cinematografica, alla pubblicità, quattro importantissimi anni come assistente regista di Paolo Sorrentino, e infine la regia. Un curriculum che aiuta a comprendere perché sia così difficile cercare di rinchiudere Francesco Coppola in una semplice definizione. Semplicemente non è possibile.

In questa intervista parliamo con Francesco dei suoi trascorsi, degli inizi, dei suoi progetti e dei suoi punti di riferimento professionali ed artistici, dell’importanza di una scuola che poi non deve essere per forza una scuola… Incuriositi? Leggete l’intervista.

Come hai iniziato?

Il mio percorso è stato lungo e ho cambiato spesso rotta, sono venuto a Roma per diplomarmi come attore, dopo il diploma, capii che quella non era la mia strada. Scrissi a Francesco Lettieri, gli chiesi se potevo dargli una mano in qualche modo, da lì nacquero i “CazzimmaBrothers” con Gianluca Palma alla fotografia ed io che mi occupavo di produzione, sono stati anni in cui abbiamo girato una marea di videoclip, anni di formazione, di amicizia, e divertimento. Contestualmente iniziai a lavorare anche nel cinema nel reparto di produzione, poi entrai a contatto con la pubblicità e firmai diversi spot da producer. Arrivò la crisi creativa e decisi di provare a fare regia, passai dal reparto di produzione a quello di regia. il mio primo videoclip da regista fu “Bella come Roma” dei Viito. Non è mai uscito.

Cosa avresti voluto o potuto diventare se la tua vita non avesse preso questa direzione?

Un danzatore.

Ricordi ancora la tua prima, vera videocamera e il tuo primo vero lavoro ‘retribuito’?

Il mio percorso è stato diverso, non sono partito da videomaker, quindi non ho mai avuto e ancora oggi non posseggo una videocamera. Il mio primo lavoro retribuito è stato il cameriere da Totò sapore a 14 anni, 20 euro a turno. Il mio primo lavoro retribuito in questo campo è stato un videoclip con Lettieri, Mezzala “mi lascio trasportare”, il primo lavoro retribuito da regista è stato “Sorriso (Milano Dateo)” di Calcutta.

Che camera usi per i tuoi lavori personali?

Tendenzialmente Alexa Mini.

Quali sono le videocamere e le lenti – tra quelle accessibili dal punto di vista economico – che consiglieresti ad un filmmaker in erba?

Sono più informato sulle macchine da presa, non prenderla come spacconeria, ma deriva dal percorso che ho fatto.

Ho fatto un solo videoclip da”videomaker” ed ho utilizzato una Black Magic , con un’ottica per niente accessibile: un angenieux 25-250.

Sulle videocamere, credo che le Black magic, siano accessibili sia per il prezzo che per le funzionalità e hanno un ottima resa. Le ottiche non cinema… giuro che non ci capisco nulla.

Quali sono i registi che più ti hanno ispirato e continuano a darti idee e spunti?

Paolo Sorrentino.

Non ho mai avuto un idolo da piccolo, ero troppo ignorante per avere un idolo musicale e troppo sensibile per avere un idolo sportivo, in età adulta Sorrentino è la figura che più si avvicina a un idolo per me.

Mi ispirano tanto i registi che raccontano storie lontanissime dalla mia immaginazione, Lanthimos, Villeneuve, Nolan.

Sono stato molto affascinato dal dogma.

Trovo fondamentale studiare i lavori di Hitchcock, Spielberg, Coppola, Kubrick.

Ultimamente sono molto attento al racconto del reale, una dei film più belli che ho visto è il documentario Hearts of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse, il racconto delle riprese titaniche di Apocalypse now.

Pensi sia importante frequentare una scuola per intraprendere questa professione?

Assolutamente si.

Ma non esiste una scuola canonica per questo mestiere, io ho fatto l’accademia di recitazione, utilizzo ciò che ho studiato su me stesso per dirigere gli attori con cui adesso lavoro da regista.

Gianluca Palma il Dop con cui lavoro da sempre è stato un grande insegnante, mi ha aiutato a trovare il mio modo di osservare le cose.

La mia scuola di regia sono stati i set di Paolo Sorrentino, con cui ho lavorato da assistente per 4 anni.

È fondamentale lo studio, ma ognuno è libero di trovare il proprio insegnante, anche al di fuori delle istituzioni.

Quale è il tuo sogno nel cassetto? Il progetto su cui magari stai già lavorando, ma che non sei ancora pronto a realizzare?

Il mio sogno nel cassetto è un lungo, ci sto lavorando e mi sento anche pronto a realizzarlo.

Il cassetto e molto piccolo, quindi ci metto un sogno alla volta, e cerco di far si che sia un sogno realizzabile, mi sa che è un po’ la chiave della felicità.

Quali sono le cose che proprio non ti vanno giù nel mondo in cui ti muovi e lavori, quelle che potendo vorresti cambiare immediatamente?

Ho la fortuna di lavorare in un “mondo” che ti permette di entrare in contatto con tanti “mondi” diversi l’uno dall’altro, quindi quando c’ è qualcosa che non mi va giù, provo a esplorare un altro mondo.

Che consiglio puoi dare a chi vorrebbe avvicinarsi a questa professione e non sa bene come e da dove iniziare?

Io ho capito che il mondo del cinema era il mondo in cui volevo stare, guardando il dietro le quinte di Harry Potter e la camera dei segreti. Prima di capire quale era il ruolo adatto a me ci ho messo anni, ho iniziato da attore, sono passato in produzione e infine sono approdato alla regia.

Il consiglio è trovare il giusto motore. Non avere fretta, non avere ansia, non avere paura di ricominciare.

Osservare, trovare il proprio gusto, cercare le storie che vi affascinano, e infine trovare il vostro messaggio, e non vergognarsene, bisogna sempre provare a lasciare un messaggio in quello che raccontiamo.

Francesco Coppola
Film Director
https://www.francescocoppola.com/
https://www.instagram.com/procido/

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