ADVERSUS | MODA | Alexander McQueen Primavera Estate 2026

Alexander McQueen Primavera Estate 2026

C’era una carica febbrile nell’aria alla sfilata Primavera/Estate 2026 di Alexander McQueen a Parigi – quell’inconfondibile miscela di attesa e meraviglia che…

Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 - Photo courtesy of Alexander McQueen
Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 – Photo courtesy of Alexander McQueen

C’era una carica febbrile nell’aria alla sfilata Primavera/Estate 2026 di Alexander McQueen a Parigi – quell’inconfondibile miscela di attesa e meraviglia che attraversa la sala un istante prima che appaia il primo look. Sotto la direzione creativa di Seán McGirr, McQueen entra in una nuova fase di inquietudine sensuale – un territorio dove il primordiale si scontra con il preciso, e dove l’istinto finisce per sopraffare il controllo.

Allestita nel bagliore elettrico della Paris Fashion Week, la sfilata di McGirr si è dispiegata come un rituale – un dialogo tra disciplina e desiderio. Ispirata a The Wicker Man (Robin Hardy, 1973), la collezione esplora il conflitto tra l’ordine dell’uniforme e il caos della natura, reinterpretando i codici della maison attraverso una lente moderna e febbrile.

Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 - Photo courtesy of Alexander McQueen
Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 – Photo courtesy of Alexander McQueen

L’inconfondibile taglio McQueen era presente – ma i suoi contorni apparivano più morbidi, più sfumati. Le giacche da ufficiale, un tempo simboli di rigore, si sono dissolte: tagliate, aperte, con tasche spostate e strutture ammorbidite da interventi sovversivi. I bustier, realizzati con tessuti da uniforme, sono stati tagliati e ricomposti in nuove forme di forza femminile. È il tailoring McQueen nella sua forma più audace: rigoroso e al tempo stesso selvaggio, scultoreo e metropolitano.

Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 - Photo courtesy of Alexander McQueen
Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 – Photo courtesy of Alexander McQueen

C’era una fisicità innegabile nella collezione – capi che sembravano muoversi con il desiderio. Camicie e abiti in popeline venivano stretti e tirati, mentre gonne e pantaloni scendevano sui fianchi, riportando in vita il celebre “bumster” della maison, ora con una fibbia lucente e regolabile. Le donne di McGirr non erano né trattenute né timide. Il corsetto appariva, ma liberato dalla tradizione – non più a costringere il corpo, ma a seguirne il ritmo in abiti jacquard e stivali che brillavano sotto le luci.

Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 - Photo courtesy of Alexander McQueen
Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 – Photo courtesy of Alexander McQueen

Con il progredire della sfilata, l’atmosfera si è fatta più istintiva, quasi febbrile. La natura, prima contenuta, ha cominciato a sbocciare – o forse a bruciare. Stampe astratte di insetti si sono spiegate su abiti in seta paracadute; altri sembravano bruciati, con sfumature a spray che si dissolvevano in braci di paillettes e decorazioni di fuoco. Strati di chiffon di seta cadevano in lingue fiammeggianti, vibrando come un respiro. È stato il dramma McQueen nella sua forma più pura – una bellezza sul confine della distruzione.

Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 - Photo courtesy of Alexander McQueen
Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 – Photo courtesy of Alexander McQueen

I tessuti incarnavano la contraddizione: il taglio netto del mohair-hopsack di lana si intrecciava con pelle stampata e catene metalliche, temperati da delicati jacquard floreali e seta habotai color sole. Ogni look bilanciava severità e morbidezza, riecheggiando la domanda centrale della collezione – cosa accade quando l’istinto prevale sull’ordine?

Anche gli accessori vibravano della stessa duplicità. La borsa Manta – una reinterpretazione dell’archivistica De Manta – appariva con lacci da corsetto, frange, fiamme e l’iconico foulard con teschio. Le scarpe riprendevano il celebre tacco a corno del 2003, ora applicato a sabot, stivali e sandali in pelle scolpita e jacquard floreale. I gioielli attingevano al folklore: forbici, insetti e ossi dei desideri brillavano come talismani di trasformazione.

Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 - Photo courtesy of Alexander McQueen
Alexander McQueen Primavera/Estate 2026 – Photo courtesy of Alexander McQueen

Alla fine, l’aria era carica – un sospiro collettivo mentre le luci si spegnevano. La Primavera/Estate 2026 di McGirr non chiedeva di scegliere tra rigore e ribellione, ma di vivere nell’esquisita tensione tra i due. Una collezione che chiede, come fa lo stesso McGirr: cosa serve per risvegliare e arrendersi a quell’impulso primordiale?

Da Alexander McQueen, la risposta – come sempre – si trova da qualche parte tra pericolo e desiderio, istinto e intelletto, natura e sublime.

Se ti è piaciuto questo articolo, non perdiamoci di vista. Aggiungi ADVERSUS ai tuoi preferiti

NOVITÀ SU ADVERSUS.IT