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Giacomo Triglia, Director. Una marea di video musicali ed un progetto cinematografico nel cassetto

Io ho iniziato perché fin da piccolo, complice se vuoi le notti in compagnia di “fuori orario” di Enrico Ghezzi, mi sono appassionato al cinema. Il mio percorso di studi universitario…

Giacomo Triglia, Director
Giacomo Triglia, Director

Come si diventa uno dei registi più gettonati in assoluto nel mondo dei video musicali? Badate bene, stiamo parlando di video musicali di artisti di primissimo piano nel mondo musicale italiano. Non ci credete? Cosa ne dite allora di Måneskin, Ligabue, Levante, J-AX, Brunori SAS, Afterhours… i loro video più belli portano tutti una unica firma, quella di Giacomo Triglia, Director.

In questa intervista Giacomo Triglia ci racconta dei suoi inizi, e dei suoi primi lavori. Parliamo di tecnologia, di progetti, di consigli per chi sta cercando di farsi largo nell’affascinante difficilissimo mondo delle immagini in movimento.

Come hai iniziato la tua carriera come filmmaker e director? Dall’avere una passione a farla diventare il proprio lavoro il passo non è sempre semplice. Tu come ci sei riuscito?
Io ho iniziato perché fin da piccolo, complice se vuoi le notti in compagnia di “fuori orario” di Enrico Ghezzi, mi sono appassionato al cinema. Il mio percorso di studi universitario non è servito a questo però, pittura all’accademia di belle arti, ma in quegli anni grazie ad alcune belle amicizie ho iniziato a realizzare cortometraggi che spedivo a vari festival e spesso i miei lavori venivano selezionati, Torino Film Festival ad esempio, la 25a ora di La7 etc. Nel 2009 decido di trasferirmi da Reggio Calabria a Cosenza attratto dal maggior fervore artistico e con l’intenzione di voler comunque rimanere in Calabria, qui approfondisco l’amicizia con Dario Brunori, il Brunori Sas che molti conoscono oggi, ed è grazie alla visibilità dei primi video che ho realizzato per lui che questo è diventato il mio mestiere.

Giacomo Triglia – SHOWREEL from Giacomo Triglia on Vimeo.

Consiglieresti ad un aspirante filmmaker di frequentare una scuola?
Immagino di sì, tante persone con le quali collaboro ed ho collaborato hanno fatto il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ad esempio, ma tante altre hanno avuto percorsi di studi completamente slegati dall’attuale professione, forse loro sono quelli che preferisco perché hanno “meno regole”, ma indubbiamente una scuola specifica può prepararti al meglio per affrontare il tutto, quindi direi che è del tutto soggettivo.

Con quale ‘macchina da presa hai iniziato’ e cosa usi oggi per i tuoi progetti personali? (quindi non quali sono le macchine che la produzione ti procura, ma quella che hai scelto ed acquistato per te).
Tralasciando la mia prima handycam della Sony la mia prima macchina “seria” è stata una Panasonic DVX100BE, alla quale però avevo attaccato un marchingegno infernale dotato di motorino elettrico con un disco di plexiglass rotante all’interno che mi permetteva di usare delle lente fotografiche, Canon FD nel mio caso, per dare quel “taglio cinematografico” che altrimenti la profondità di campo esagerata tipiche delle videocamere non avrebbe dato. In tempi più recenti invece, prima di usare principalmente Arri Alexa Mini a noleggio, usavo, e uso ancora per delle cose più “sperimentali”, la mia Sony A7Sii (in attesa dell’imminente uscita del nuovo modello), corredata da ottiche manuali vintage e recorder esterno per file di maggiore qualità.

Ricordi ancora il tuo primo incarico retribuito come filmmaker?
Dopo aver realizzato “Come Stai” di Brunori Sas sotto forma di collaborazione da me proposta, il mio primo incarico retribuito fu “Guardia 82”, sempre di Brunori Sas.

Tu vivi e tra le altre cose insegni nella tua regione di origine, la Calabria, dove hai anche fondato un progetto artistico che si chiama Tycho Creative Studio. Perché non Roma, o Milano?
Non saprei, ovviamente non fosse per le distanze azzerate che il web offre forse le cose sarebbero diverse, ma sinceramente al momento non ne vedo la necessità, immagino che per fare questo genere di lavoro sia più importante stare bene con sé stessi e io in Calabria ho trovato e creato il mio piccolo mondo, d’altronde probabilmente impiego meno io a prendere un aereo per Milano o freccia per Roma, piuttosto che recarmi in centro dalla periferia dove sarei costretto a vivere per avere la tipologia di casa nella quale desidero abitare.

Hai diretto una quantità incredibile di video musicali, hai avuto davanti all’obiettivo nomi molto importanti nel panorama musicale contemporaneo. Di tutti i video musicali che hai diretto quale è quello di cui sei più orgoglioso e che per te occupa un posto speciale nella tua produzione?
Tutti in un modo o nell’altro hanno avuto un ruolo speciale, non riuscirei assolutamente a fare una classifica di gradimento, è normale che ne preferisco alcuni rispetto ad altri se dovessi esclusivamente giudicare il risultato finale, ma al di là di questo io amo tutta quanta la preparazione, il viaggio, i giorni di shooting, le pause pranzo e le cene con i collaboratori, le notti di montaggio, e ognuno di questi mi ha regalato, perché di regalo retribuito stiamo parlando, tutto ciò.

Quale è il progetto che sicuramente hai nel cassetto e per il quale stai aspettando il momento giusto?
Come per qualsiasi altro regista di video musicali la risposta è scontata, un film! E luogo comune a parte in realtà sto scrivendo la sceneggiatura da un po’, quindi al momento opportuno credo ci proverò.

I sassolini nelle scarpe. Cosa cambieresti nel mondo in cui ti muovi e lavori?
Ogni mercato ha le sue leggi, e se decidi di farne parte devi accettare tutte le regole, quindi nessun sassolino.

Che consiglio daresti a Giacomo Triglia agli inizi della sua carriera?
Di essere più “diplomatico” nelle riposte a volte :)

Giacomo Triglia – Director
https://www.giacomotriglia.com/
https://www.instagram.com/giacomotriglia/
https://vimeo.com/giacomotriglia

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