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La vita di coppia in tempi di Coronavirus. I consigli per gestire la convivenza forzata in famiglia

Nelle coppie meno funzionali, la continua presenza dell’altro rischia più facilmente di diventare una miccia esplosiva, ma è proprio in questi casi che è necessaria…

La vita di coppia in tempi di Coronavirus. I consigli per gestire la convivenza forzata in famiglia
La vita di coppia in tempi di Coronavirus. I consigli per gestire la convivenza forzata in famiglia

Come gestire la convivenza forzata a cui siamo – volenti o nolenti – obbligati durante queste settimane di lockdown, che in molti chiamano ‘quarantena’? Spazi troppo ristretti, mancanza di privacy in certi momenti in cui si vorrebbe poter essere soli, tensioni che non trovano uno sfogo naturale… non è una sorpresa il fatto che non appena in Cina le persone hanno potuto iniziare a riprendere la vita normale una delle prime cose che hanno fatto è stata quella di mettersi in fila per chiedere il… divorzio.

Detta così può sembrare una storiella buffa, in effetti è testimonianza di quanto gli animi possano esasperarsi in condizioni come quelle che anche gli italiani stanno vivendo in questo periodo. Fino a quando si possono gestire presenze ed assenze, uscite per andare a lavorare e serate con gli amici, le cose vanno bene. Ma quando si è costretti a stare chiusi in casa, le cose cambiano.

Dei problemi di coppia derivanti dalla convivenza forzata (ma anche dei rapporti a distanza, ugualmente penalizzati) abbiamo parlato con la Prof. Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa presso l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, Presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica.

Un conto è salutarsi la mattina alle 8 e rivedersi la sera, o  (mal che vada) a pranzo per poi risalutarsi. Ma adesso che molte coppie sono costrette a condividere gli stessi spazi 24 ore al giorno, 7 giorni su sette… quali sono i consigli per evitare che la convivenza forzata eroda progressivamente la stabilità che una coppia aveva – magari faticosamente – costruito nel tempo?
Non ritengo sia opportuno considerare la convivenza h24 come per forza un aspetto negativo per la coppia, molto dipenderà da come la coppia era assestata precedentemente a questo cambiamento. Le coppie, che potremmo dire funzionali, sono formate da persone che hanno buone capacità di riadattamento alle situazioni nuove, quindi questa convivenza potrà essere una opportunità di godere insieme di momenti di intimità ma anche di spazi individuali.  Alternando questi momenti e suddividendoli anche per le varie attività: a seconda che si abbiano dei figli o delle persone anziane di cui occuparsi, o magari il lavoro da casa, o anche nuove attività a cui dedicarsi. Nelle coppie meno funzionali, la continua presenza dell’altro rischia più facilmente di diventare una miccia esplosiva, ma è proprio in questi casi che è necessaria una suddivisione dei compiti in casa, rispettando le attività individuali, ma anche momenti di recupero personali (vedersi la serie preferita, poltrire sul divano etc) così come una maggiore attenzione agli spigoli che ognuno possiede e che possono cozzare con l’altro.

Pazienza e tolleranza in questi casi sono la parola chiave. Teniamo conto che la coppia è il contenitore di due individualità che sono comunque messe sotto pressione in questo momento, con un cambiamento di abitudini drastico e improvviso, con preoccupazioni economiche attuali o nel futuro prossimo, con l’incertezza di un qualcosa che non si sa bene quando finirà, con l’esperienza della malattia e del lutto vissuti in modo molto diverso dal solito, insomma un carico emotivo non indifferente che inevitabilmente potrà ricadere anche sulla coppia stessa con esiti molto diversi.

Pare che in Cina sia in atto una vera e propria corsa al divorzio, a quarantena finita. Pensa che questo potrebbe verificarsi anche dalle nostre parti?
Sulla questione aumento divorzi in Cina c’è una variabile importante da tenere in considerazione: il blocco è stato totale anche per gli uffici che trattavano i divorzi e quindi è naturale che abbiano registrato un aumento delle richieste nel momento della riapertura, ma molte di quelle pratiche erano già in fieri poco prima della chiusura improvvisa. Se teniamo in considerazione questo, forse cambia il dato o comunque la linearità con la quale questo dato è stato diffuso.  In Italia ma anche in America sono state improntate delle ricerche che ci diranno più precisamente cosa sarà accaduto in questa quarantena sia dal punto di vista sessuale che affettivo relazionale, e avremo modo anche di confrontare i risultati tra le diverse parti del mondo.

Che ne sarà invece dei rapporti a distanza?
Chi vive un rapporto a distanza è già più abituato a non vedersi quotidianamente, ma certamente l’oasi del week end o del giorno rubato tra un impegno e l’altro è sempre comunque ristoratore. Oggi anche questa oasi è impedita e quindi tutto diventa più complicato, ma le coppie si stanno organizzando e grazie alla tecnologia si vedono su qualche piattaforma, cucinano e mangiano insieme, vedono una serie, leggono e discutono le notizie insieme, fanno attività fisica insieme, insomma per fortuna la rete aiuta a stare vicino anche se lontani, Certo manca una parte percettiva, l’odore, il tatto, il calore del corpo dell’altro, ma la fantasia e il ricordo possono sopperire in questo momento, e a volte anche la sessualità ne trae un beneficio.

Ringraziamo la Prof. Roberta Rossi
Istituto di Sessuologia Clinica www.sessuologiaclinicaroma.it
Servizio gratuito di consulenza telefonica (0685356211) tutti i giorni feriali dalle 15 alle 19.
Servizio gratuito di consulenza mail [email protected]

In collaborazione con MARGHERITA.NET

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