ADVERSUS | Uomini & salute | Covid-19, immunità e fattori di rischio. Test sierologici ed immunità, e il futuro (normale) che ci aspetta. Intervista al Prof. Mario Clerici

Covid-19, immunità e fattori di rischio. Test sierologici ed immunità, e il futuro (normale) che ci aspetta. Intervista al Prof. Mario Clerici

Sono anche convinto, che dopo una prima fase di ragionevole timore, torneremo alla nostra piacevolissima vita sociale; guarderemo a quello che ci è successo come a un film. L’uomo è un animale immensamente resiliente.

Covid-19, immunità e fattori di rischio. Test sierologici ed immunità, e il futuro (normale) che ci aspetta. Intervista al Prof. Mario Clerici
Covid-19, immunità e fattori di rischio. Test sierologici ed immunità, e il futuro (normale) che ci aspetta. Intervista al Prof. Mario Clerici

In tema di Covid-19 ormai abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto, e molto spesso l’informazione veicolata dai media (mainstream media compresi) è imprecisia, incompleta, fuorviante. L’unico modo per cercare di capirci qualcosa è quello di chiedere aiuto a chi ha le qualifiche per parlare, a chi da sempre i virus, i vaccini, le malattie infettive le studia.

E così abbiamo fatto, con l’aiuto prezioso del Prof. Mario Clerici, Titolare della Cattedra di Immunologia e Immunopatologia presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore Scientifico IRCCS SM Nascente, fondazione Don C Gnocchi, cerchiamo di fare chiarezza sulla situazione attuale, sui test sierologici, sull’immunità e – soprattutto – sul futuro che ci aspetta. Spider alert: per fortuna è meglio di quello che ci stanno prospettando.

Questo famigerato Covid-19 è un nuovo virus, che appartiene ad una famiglia di virus che già conosciamo – i Coronavirus. Eppure i media – la nostra unica fonte di informazione – ripetono che tutto quello che sapevamo finora per gli altri virus non può valere per questo perché è un ‘nuovo’ virus. In cosa è diverso dai coronavirus che già conoscevamo? Perché siamo rimasti così ‘spiazzati’?

In realtà la differenza tra il virus isolato negli uomini e quello presente nei pipistrelli è minima: i due virus sono del tutto simili. per piu del 95% della loro struttura; quel 5% però fa la differenza: perché rende il virus nuovo e originale agli occhi del sistema immunitario, che si trova spiazzato. Un grado cosi elevato di similitudine d’altro canto comporta aspetti positivi e aspetti negativi: dovrebbe essere non impossibile costruire un vaccino, che sarà diretto contro le proteine che non mutano, ma questa similitudine fa temere che altri, nuovi coronavirus emergeranno nel prossimo futuro (e d’altra parte questo è il terzo coronavirus che ha fatto il salto di specie ad infettare l’uomo in poco piu di 10 anni dopo quello della SARS e della MERS).

Lei è uno dei massimi esperti in questo campo, e vorremmo chiederle che idea si è fatto o si sta facendo sul motivo per cui in certe persone questo virus passa come un’influenza o addirittura non dà sintomi, mentre in altre (una minoranza per fortuna) causa danni talmente gravi da portare anche alla morte. Perché? Siete in grado di capire se ci sono dei fattori di rischio, magari genetici, che determinano un esito piuttosto che un altro?

Non lo sappiamo con certezza. La severità della infezione è accompagnata dalla eccessiva produzione di proteine (citochine) infiammatorie  Si pensa che la infezione sia quasi sempre non grave in età pediatrica perché il sistema immune dei bambini è ancora parzialmente immaturo. Un altro fattore che determina la severità di malattia sembra essere la espressione di particolari proteine, ACE2  che permettono l’ingresso del virus nelle cellule: ACE2 è poco espresso nei bambini ed è meno presente sulle cellule delle donne. Sono comunque convinto che ci sia un background genetico in grado di influenzare la produzione di citochine, e dunque le severità della malattia; stiamo cercando di identificare tale background.

Onestamente i media hanno fatto anche una certa confusione, per usare un eufemismo. Si sta leggendo tutto, e il contrario di tutto. Ad esempio per quanto riguarda la cosiddetta immunità acquisita dopo l’infezione. Lo chiediamo a lei: chi si è ammalato ed è guarito, può considerarsi immune, come se fosse stato vaccinato? E chi (sembra che siano moltissimi) si è ammalato in maniera asintomatica ha sviluppato anch’egli questa immunità?

Da sempre, pensiamo per esempio ai monatti, persone che avevano contratto la peste ma erano sopravvissute, ed erano pertanto incaricate di trasportare i malati al Lazzaretto, chi guarisce da una malattia è immune nei confronti di una reinfezione; non si comprende perche covid-19 debba essere una eccezione. Dati ottenuti in scimmie infettate con covid-19 dimostrano come esse siano protette da una reinfezione. È altamente probabile dunque che chiunque abbia contratto la infezione, anche in forma asintomatica, sia protetto: una sorta di vaccinazione naturale.

Gli esami per verificare se si è immunizzati. Abbiamo capito che i kit fai-da-te che danno il risultato in 10 minuti non sono tutti attendibili. Ma perché al momento non viene ancora offerta – anche a pagamento e ci sarebbe la fila anche pagando – la possibilità di effettuare i test sierologici in laboratorio, o e permettendo (dopo averli testati) la commercializzazione di quei kit fai-da-te che avranno dimostrato di poter dare dei risultati attendibili?

La presenza di anticorpi IgG diretti contro SARS-CoV-2, il virus che provoca covid-19 è indicativa di avvenuta infezione e di presenza di protezione. Sarà dunque fondamentale testare a tappeto la popolazione per riaprire il paese. I kit sono ancora però poco disponibili e non sappiamo quale tra i 50 e piu in produzione siano quelli più validi ed attendibili.

Come la vede lei, dal suo punto di vista privilegiato ed in base alla sua esperienza clinica, il futuro e l’evoluzione di questo virus? Potrebbe indebolirsi, potrebbe sparire così come è arrivato, si troveranno delle cure, il vaccino… lei realisticamente come vede il futuro sociale, del lavoro, delle relazioni interpersonali? Passata questa fase di emergenza si potrà tornare ad una vita normale oppure ormai il vaso si è rotto e il genio è fuggito dalla lampada per sempre?

Mah, credo che onestamente nessuno possa rispondere a questo quesito: SARS è scomparsa; MERS è ancora presente e altamente letale in molti paesi Arabi. Alcuni indizi (la epidemia si muove in direzione est-ovest piu che nord-sud; il virus sembra essere sensibile alle radiazioni UVA anche della lunghezza d’onda dei raggi solari) fanno pensare che l’epidemia sarà moltissimo attenuata in estate, vedremo poi che succederà in autunno.

Senz’altro identificheremo dei protocolli terapeutici efficaci e penso (vedi anche risposta 1) che saremo in grado di sviluppare un vaccino in tempi relativamente brevi. Io sono anche convinto, che dopo una prima fase di ragionevole timore, torneremo alla nostra piacevolissima vita sociale; guarderemo a quello che ci è successo come a un film. L’uomo è un animale immensamente resiliente.

Ringraziamo il Prof. Mario Clerici, Titolare della Cattedra di Immunologia e Immunopatologia presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore Scientifico IRCCS SM Nascente, fondazione Don C Gnocchi

ADVERSUS In collaborazione con MARGHERITA.NET

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