ADVERSUS | How low can you go | Quando la propaganda politica e sociale viaggiano con la moda, la pubblicità e le tendenze

Quando la propaganda politica e sociale viaggiano con la moda, la pubblicità e le tendenze

Non è difficile individuare le tendenze e i tentativi (solitamente subdoli) incastrati all’interno di video musicali, copertine e articoli di mensili ufficialmente di moda…

How Low Can You Go? - ADVERSUS
How Low Can You Go? – ADVERSUS

Da sempre, da quando molti dei nostri lettori non erano nemmeno nati, ci occupiamo tra le altre cose di moda e di tendenze, di immagine e di pubblicità. Di pubblicità si vive(va), e quando si lavora con la pubblicità (non nella pubblicità, ma con la pubblicità) si viene quotidianamente esposti a richieste che sanno più di manipolazione che di altro.

E così negli anni chi gestisce un magazine online come ADVERSUS si è sentito rivolgere richieste che andavano dalla vendita degli iscritti alla newsletter – quando ancora gli indirizzi email erano una delle poche cose che interessavano gli inserzionisti (pre-facebook, pre-social…), alla richiesta di spazi pubblicitari travestiti da contenuti per meglio ingannare l’attenzione del lettore, alla richiesta di articoli che spingessero il lettore a fornire i propri dati all’inserzionista (che ne so, per partecipare ad un concorso, o ricevere un omaggio…).

E così tra un rifiuto ed un altro siamo arrivati qui, nel 2019 quasi 2020 e ci guardiamo intorno. La pubblicità tradizionale è morta e sepolta, quella online idem, quello che conta oggi sono i dati dei lettori, non quante pagine vengono lette, ma quali dati si possono sottrarre, in ottemperanza alle leggi of corse, ai lettori e poi rivenderli, usarli per vendere prodotti, idee.

Capirete che per chi lavora nella comunicazione da sempre, e con la pubblicità altrettanto da sempre non è difficile individuare le tendenze e i tentativi (solitamente subdoli) incastrati all’interno di video musicali, copertine e articoli di mensili ufficialmente dedicati alla moda, testi di canzoni, video pubblicitari, pubblicità in generale.

Ve ne sarete accorti, immagino, anche voi. Basta prendere in mano un mensile di moda per leggere di quanto sono coraggiosi i pescatori siciliani che salvano i cosiddetti ‘migranti’ e così dovremmo fare tutti noi. Cosa c’entra con la moda, o al limite con la cronaca? Nulla. Serve a dare un esempio a chi legge per fargli vedere il mondo attraverso quel tipo di lenti politicamente colorate. O prendere in mano un magazine moda uomo per sentirsi dire che l’uomo ‘mascolino’ deve essere terminato e che dobbiamo dare spazio ad una nuova mascolinità, una quasi femminilità diciamo. O prendere in mano una rivista di moda per leggere come le donne siano discriminate sul lavoro, vittime di femminicidio, vittime insomma dell’uomo, questa razza che dovrebbe essere messa sulla via dell’estinzione… Idem per i video musicali, per i testi di molte canzoni (in lingua italiana perché quelle in lingua inglese non le capiscono in molti da queste parti).

Lavorando in questo campo, quello della comunicazione, riceviamo inevitabilmente e contro la nostra volontà, decine di comunicati stampa ogni giorno. Se una volta erano del tipo: lo stilista tal dei tali ha presentato la sua nuova collezione e il colore che va forte è il marrone (banalizziamo ma tanto non è che gli stilisti possono fare molto di più), adesso i comunicati sono del tipo: la fondazione dello stilista tal dei tali supporta la presa di coscienza per una nuova forma di mascolinità, e per questo ha deciso di finanziare una serie di iniziative volte ad insegnare agli uomini bla bla bla

Prendete in mano un maschile moda. Non che fossero mai molto maschili nemmeno in passato, ma adesso la faccenda si fa ancora più esplicita. La cosiddetta mascolinità tossica (o toxic masculinity) è sempre più il nemico da abbattere. E allora via con servizi fotografici e immagini che spiegano come l’uomo maschile sia morto e vada resuscitato in forma più femminile, neutra.

Lasciamo perdere i reality, lasciamo da parte i film/propaganda perchè televisione e cinema fanno propaganda da sempre e sopravvivono solo grazie ai finanziamenti di chi ha interesse alla loro sopravvivenza e collaborazione.

Insomma ragazzi, cosa penserete la prossima volta che un articolo su una rivista di moda invece di parlare delle nuove tendenze moda, cerca di spiegarvi come dovete vedere il mondo e come dovete adattarvi al nuovo mondo che ci stanno costruendo addosso? O quando la prossima pubblicità vi farà pensare “ma perché ci sono questi tipi di personaggi nello spot?” o il prossimo video musicale… ci siamo capiti.

Occhi aperti, cervelli collegati, e cerchiamo di non farci portare dove vogliono questi signori. Chi sa pensare in maniera indipendente capirà cosa abbiamo cercato di dire.

ADVERSUS

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