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Sole, melanoma e prevenzione. Tenere sotto controllo i nei, prendere il sole in maniera sana

In questa intervista il Prof. Francesco Bruno, dermatologo a Milano, ci parla delle dermatoscopia come strumento fondamentale per tenere sotto controllo i nostri nei. E ci spiega come prendere il sole in maniera intelligente.

Sole, melanoma e prevenzione. Tenere sotto controllo i nei, prendere il sole in maniera sana
Sole, melanoma e prevenzione. Tenere sotto controllo i nei, prendere il sole in maniera sana

In questa intervista il Prof. Francesco Bruno Dermatologo a Milano Co-Fondatore dell’ISPLAD (Società Italiana di Dermatologia Estetica e Plastica) ci parla delle dermatoscopia come strumento fondamentale per tenere sotto controllo i nostri nei. E ci spiega come prendere il sole in maniera intelligente.

Quando un neo deve far scattare un campanello d’allarme? Quali sono i segnali da tenere sempre bene in considerazione?
Devo fare una premessa indispensabile perché dobbiamo spiegare cos’è questo neo. Il neo è un concentrato di melanina lo dico molto alla buona o di cellule che si chiamano melanociti che contengono la melanina e che vengono ospitate dalla pelle, quindi vediamo come va questa convivenza, quindi è un estranea alla nostra pelle, fra neo e pelle

Quali sono i potenziali rischi che dobbiamo conoscere?
Purtroppo non sono tutti nei di bellezza, a volte il neo può degenerare e si chiama melanoma, che mi dispiace questa parola brutta, ma può essere un tumore maligno. Ma oggi grazie a Dio non solo in oncologia dermatologica e ma in oncologia la diagnosi precoce è la migliore terapia, con il vantaggio che la pelle la vediamo e la vede il paziente, quindi per rispondere alla sua prima domanda i campanelli d’allarme sono contrassegnati prime lettere dell’alfabeto ABCDE. Quindi A quando il neo è asimmetrico B quando presenta i bordi irregolari C quando il colore è troppo scuro non uniforme me e la D vuol dire dimensione superiore ai 6 mm di diametro, e la lettera E ha una doppia accezione: evoluzione o emorragia, cioè quando il neo sanguina. Però attenzione, nessun allarmismo. Chi ha questi segni non deve fare autodiagnosi di melanoma. Deve semplicemente recarsi dallo specialista dermatologo che vedrà, vedremo come, se ci sono rischi o meno.

A proposito di evoluzione, quanto è importante tenere sotto i controlli i nostri nei, ma soprattutto con quale frequenza dovremo farlo?
Lo si deve fare con una frequenza in genere di una volta all’anno, tranne casi particolari di cui magari forse parleremo dopo.

Sappiamo che lei è stato il primo forse in Italia ad aver portato la tecnica della dermatoscopia, ci può spiegare che cos’è?
Io la ringrazio però voglio sottolineare, non ho meriti particolari, perché il dermatoscopio lo ha inventato il mio maestro, il professore Braun Falco, storico dermatologo un caposcuola dermatologia internazionale, e io mi trovavo a Monaco presso la sua scuola e ho visto nascere questo apparecchio che oggi sembra un po’ desueto, però è stato il primo strumento che riesce a vedere il neo in microscopia. Già con questo apparecchio che ha rivoluzionato la dermatologia (è stato paragonato come importanza all’oftalmoscopio in oculistica o all’otoscopio in otorino) si riesce a formulare la diagnosi di melanoma. Sempre però formulata dal dermatologo.

È dunque una tecnica non invasiva?
Non invasiva perché si appoggia ma ripeto, questo è antico. Magari più in avanti vedremo che oggi ci sono le tecniche molto più sofisticate. Si parla tanto male della tecnologia ma in effetti oggi in medicina la tecnologia – ovviamente sempre utilizzata non dall’ intelligenza artificiale ma dal medico che secondo me non verrà mai, lo spero, sostituito – ci aiuta moltissimo a praticare la diagnosi precoce di melanoma.

Sappiamo che esiste la videodermatoscopia. Che cos’è nello specifico? Quali sono i vantaggi e in che cosa consiste esattamente la dermatoscopia?
Mi chiedeva poco fa se la tecnica è invasiva, non è invasiva. Si appoggia una camera sopra il neo. Abbiamo visto prima il dermatoscopio, il principio è lo stesso. Non voglio parlare difficile ma questo non è un ingrandimento,  diciamo che entriamo dentro il neo. Qual è il vantaggio? Intanto che conserviamo il dato. Poco fa io ho detto l’ultima lettera E, evoluzione nel tempo, e con questo metodo (poco fa mi chiedeva con che frequenza si pratica questo esame e le ho risposto una volta all’anno) però la lettera E di evoluzione vuol dire un neo può cambiare, e qua ho un esempio pratico: questa paziente (nel video viene mostrato il monitor con le foto) un anno prima era così, l’anno dopo aveva queste variazioni. Quindi non ho fatto nulla, ho solo controllato, ma grazie al fatto che io conservo il dato posso controllare l’evoluzione del neo, perché un neo può cambiare. Andiamo ancora all’ABCDE, vediamo i bordi regolari e tante alterazioni su cui non mi dilungo, questo neo va tolto immediatamente e va fatto l’esame istologico. La domanda che spesso mi fanno è: si toglie con il laser? Assolutamente no, si toglie con il bisturi. L’escissione chirurgiche va fatta con il bisturi perché bisogna conservare il dato, il neo in questo caso, per farlo esaminare istologicamente. E questa è una regola che vale per tutti i tumori, perché prendiamo un tumore molto comune come il carcinoma della mammella, ancora una volta insisto sarò monotono, ma la diagnosi precoce è importantissima. Questo è un classico caso di melanoma in situ ovviamente documentato dall’esame istologico.

Come si può capire quando si deve fare l’esame istologico?
Si fa sempre, quando le toglie un nuo a rischio si conserva il neo si consegna all’istopatologo che come in tutti i tumori, come in tutti gli elementi da esaminare istologicamente fa il classico vetrino, guarda al microscopio, e da la sentenza. Il dermatologo già sospetta che c’è qualcosa che non va, ma l’ultima parola come in tutti i tumori ce l’ha l’istopatologo che esaminando ti dirà lo stadio. Insisto sullo stadio, perché questo per esempio è un melanoma in situ, proprio all’inizio. Però inesorabilmente poi vanno avanti i melanomi, quindi per il melanoma al primo stadio la prognosi è ottima. L’intervento è facile, ambulatoriale, in anestesia locale, dura in media 10 minuti, molto più semplice che togliere un dente, non è una battuta, perché togliere un dente non è facilissimo. Quindi si toglie, si sutura, si fa l’esame istologico, e – lo ripeto – 10 minuti salvano la vita al paziente, e non è un modo di dire.

Con che frequenza va fatta la mappatura dei nevi?
In genere una volta all’anno, però in casi di melanomi familiari, perché esistono melanomi familiari, o melanomi già diagnosticati, si pratica ogni sei mesi.

Quanto dura l’esame dermatoscopico?
Questa è una bella domanda dipende dal numero dei nei. Può durare da 40 minuti fino ad un’ora, un’ora e un quarto. Ripeto e insisto, con la conservazione del dato perché delle lettere di cui abbiamo parlato prima la lettera E è la più importante: evoluzione nel tempo. Un neo può cambiare.

Quanto è diffuso il melanoma in Italia e nel mondo?
La stima è di 15 casi ogni 100 mila abitanti. Ma si pensa che siano di più. In Italia. Ma ora le cito l’Australia, non a caso. Se abbiamo 15 nuovi melanomi per 100.000 abitanti in Italia, in Australia e non cito a caso, forse 80 forse100 forse di più. Questa differenza è dovuta al fatto che la razza immigrata in un clima tropicale come l’Australia era una razza di scozzesi, irlandesi, che non erano abituati a quel tipo di sole. Infatti non voglio fare l’evoluzionista ma non è un caso che l’aborigeno australiano è scuro per cui là sicuramente il sole influisce notevolmente.

Cosa ci può consigliare di fare in estate per proteggerci dal sole, ma al tempo stesso concederci un minimo di colore in più?
Intanto voglio dire una cosa. Le scottature solari noi le abbiamo in passato considerate come un contrattempo. Invece no, la scottatura solare, non voglio essere allarmista, è una cosa da evitare in quanto pericolosa, è ormai assodato che addirittura la scottature solari da bambini sono pericolose. Quindi evitare la scottature, fattore di protezione 50. Non facciamoci ingannare da numeri fantasiosi e la Comunità Europea è stata chiara, la protezione solare deve essere 50. E poi parliamo degli orari, addirittura degli orari non preferibili, cioè dall’una alle tre. Non dimentichiamoci che in estate c’è l’ora legale, ma l’ora solare è da mezzogiorno alle due o alle tre. In quelle ore andiamo a farci una pennichella, andiamo all’ombra, andiamo a mangiare qualcosa, ma non andiamo al sole è veramente pericoloso e la crema o lo spray, sempre di buona di buona marca, va applicata ogni due ore, non va applicata la mattina e poi basta, quindi ogni due ore va rinnovata l’applicazione.

Esistono anche degli integratori che possiamo assumere?
Sì in tutto il mondo prediligiamo integratori per bocca come il beta betacarotene.

Ringraziamo il Prof. Francesco Bruno Dermatologo a Milano Co-Fondatore dell’ISPLAD (Società Italiana di Dermatologia Estetica e Plastica)

https://www.francescobrunodermatologo.it

In collaborazione con MARGHERITA.NET

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