
Quando si parla di ZEGNA, si parla di un’idea che va oltre l’abito. E la sfilata uomo per la primavera/estate 2026 non fa eccezione. Presentata all’interno della Dubai Opera – trasformata per una settimana in una surreale e poetica Villa Zegna – questa collezione firmata da Alessandro Sartori è un manifesto aperto su un mondo in cui la moda non è semplicemente qualcosa da indossare, ma da vivere.

La collezione è un atto d’amore verso la materia e il suo potenziale narrativo. Sartori esplora, manipola, lascia che l’esperienza lasci traccia. Gli abiti, sottoposti a lavaggi e stropicciamenti intensi, sembrano modellati dal vento del deserto: colori sbiaditi, volumi che si piegano al corpo come dopo giorni di viaggio. La giacca si annoda in vita, i mocassini diventano pantofole. La vita vera detta le regole.

Sartori non cerca la perfezione patinata, ma la stratificazione di gesti quotidiani. Come quell’immagine, trovata durante la ricerca creativa, di una sedia su cui sono abbandonati dei vestiti, forse appena tolti, forse pronti per il giorno dopo. È lì che accade la moda: nell’interpretazione personale, nell’imperfezione vissuta.
Silhouette e palette: un’eleganza sussurrata


Le linee sono morbide, destrutturate. Le giacche hanno la leggerezza delle camicie, e anche l’iconico “Il Conte” è rivisitato in chiave boxy. Le camicie lunghe, le Nehru a doppio strato, gli shorts sartoriali portati sotto cappotti estivi, evocano un’eleganza che non chiede il permesso. Le righe da pigiama, le texture leggere come brezza, completano il quadro di una collezione che rifiuta l’imposizione e abbraccia la fluidità.
La palette cromatica segue lo stesso principio: toni naturali – bianco oasi, mastice, burro di montagna – dialogano con accenti vegetali e minerali come felce, olio, ciclamino, barolo. Nulla è piatto, tutto è vivo.

Materie prime: l’arte del toccare
I materiali sono un’ode alla sensualità tattile: Shetland estivo in lana, seta e lino; popeline in cotone/seta e tela vela compatta; pelle lavorata a maglia o con motivo jacquard; perfino una spugna composta da cotone, carta e lana. Ogni tessuto ha una sua storia da raccontare, una sua grammatica.
Accessori: funzione e poesia

Anche gli accessori seguono la stessa filosofia. Mocassini e pantofole parlano di comfort e naturalezza, occhiali da sole avvolgenti e borse capienti completano l’immagine di un uomo che si muove tra deserti e città senza perdere se stesso. La moda come strumento di adattamento, come pelle scelta.