
La sfilata pre-fall 2025 di Dior sotto i ciliegi in fiore a Kyoto è ancora fresca nella nostra memoria: Maria Grazia Chiuri, mente creativa delle linee donna del celebre maison francese, ci aveva incantato con una collezione ispirata al kimono. Ma per la cruise collection 2026, andata in scena ieri (27 maggio), Chiuri ha scelto di tornare alle origini. Il palcoscenico? La sua Roma, culla di cinema, teatro, arte, moda e, ovviamente, storia. È qui che Maria Grazia è nata – e da qui parte il suo nuovo viaggio creativo.

Questa volta, la designer ci porta nel mondo affascinante di Mimì Pecci-Blunt, aristocratica magnetica del Novecento che viveva tra Roma, Parigi e New York. Mècène dell’arte, fondatrice del Teatro della Cometa, Mimì è stata musa e protagonista di feste leggendarie. Tra queste, il celebre Bal de l’Imagination, un ballo in maschera dove tutto era possibile e ogni confine tra realtà e sogno si faceva sottile.
È proprio questo spirito visionario che Chiuri ha voluto reinterpretare. Il ballo diventa un pretesto per infrangere le regole, liberarsi dalle etichette, creare il proprio personaggio e immergersi in un’atmosfera dove regna l’incanto. Un mondo di identità fluide, tra persone e spiriti, in cui l’amicizia brilla come una costellazione.

A fare da cornice al defilé, i meravigliosi giardini di Villa Albani Torlonia. Proprio come Mimì faceva nei suoi eventi, Chiuri ha assegnato un ruolo agli ospiti: dress code rigoroso, le donne in bianco, gli uomini in nero.

Il guardaroba dei sogni: Dior Cruise 2026
La collezione è un mix sapiente tra storia e modernità. I capi raccontano un mondo simbolico, dove il passato si fonde con un’estetica contemporanea raffinata.
Blazer d’ispirazione maschile – alcuni con rever sartoriali – sono abbinati a gonne lunghe e ampie, o a eleganti giacche da tailleur. Ma sono i lunghi abiti in pizzo finissimo a catturare lo sguardo, spesso indossati con una misteriosa benda nera sugli occhi. Un dettaglio audace e teatrale.

Cappottini militari con profili e bottoni neri, abiti che ricordano antiche casule, mini dress in velluto rosso e nero: tutto parla di artigianalità e storytelling. Questi ultimi, in particolare, omaggiano le mitiche sorelle Fontana, che vestirono Anita Ekberg in La Dolce Vita.

Per una delle creazioni da sera più chic, Chiuri punta sul velluto dorato. Prezioso, intenso, regale.

Come nella danza della farandola – coreografia antica e simbolica – ogni elemento vive da solo ma anche in armonia con gli altri. Il filo conduttore? Il bianco, espresso in mille sfumature di tessuti, dal più strutturato al più impalpabile.


Con questa collezione, Maria Grazia Chiuri reinterpreta miti, paesaggi e anime della sua Roma in chiave couture. Un modo di pensare che ama porsi domande, sognare a occhi aperti, accarezzare l’intuizione poetica e il realismo magico. Perché la moda, quando è arte, è anche una dichiarazione d’identità.