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Emanuele Ferrari, fotografo. Quando passione, creatività e tecnica fotografica ti portano al top

Emanuele Ferrari, fotografo di moda. “Sono autodidatta, quello che so l’ho imparato sul campo. Quando la passione ti prende la mano e vedi che le tue foto piacciono e inizi a capire che quello che ti piace fare può diventare un lavoro”.

Emanuele Ferrari - Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer
Emanuele Ferrari – Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer

Emanuele Ferrari, fotografo – intervista. Essere italiani nel mondo della moda, parliamo di fotografi, può aiutare, certo. Ma se a livello internazionale il ‘made in italy’ funziona (quasi) sempre, lo stesso non si può dire per il mercato italiano. Per lavorare in Italia, quando si ha un cognome italiano, si deve essere soprattutto dei bravi fotografi. È questo il caso di Emanuele Ferrari, un cognome italiano forse per antonomasia, un fotografo affermato e apprezzato sia in Italia che all’estero. E meritatamente.

Per affermarsi sul mercato italiano un fotografo di moda deve saper fare bene il proprio lavoro, deve poter portare sul set idee, creatività, tecnica e quel qualcosa che lo contraddistingue dalla concorrenza, rendendolo insostituibile. Con un elenco di clienti che va dalla Sony alla Nike, da MAC Cosmetics a Krizia, passando (adesso parliamo di magazines) per L’Officiel Italia, Playboy USA, GQ Italia, iD Italia… Emanuele ha dimostrato di meritare in pieno l’inserimento nella top 100 dei fotografi internazionali più influenti sul Web (primo tra gli italiani).

Emanuele Ferrari - Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer
Emanuele Ferrari – Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer

Abbiamo chiesto a Emanuele Ferrari di rispondere ad alcune domande, per conoscerlo meglio e par cercare di capire meglio come lavora, quali sono i suoi progetti, quale è il suo equipaggiamento tecnico.

Come sei diventato fotografo? Come hai iniziato?
Sembra banale dirlo, ma è iniziato quasi per gioco. Era una passione a cui dedicavo molto tempo.

Sono autodidatta, quello che so l’ho imparato sul campo. Quando la passione ti prende la mano e vedi che le tue foto piacciono e inizi a capire che quello che ti piace fare può diventare un lavoro. E’ in assoluto la cosa più bella del mondo: poter vivere facendo il lavoro dei sogni. Quello che so fare l’ho imparato sul campo, poi ho approfondito. Perché come in tutti i settori e come per tutte le cose, non bisogna smettere di imparare.

Emanuele Ferrari - Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer
Emanuele Ferrari – Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer

 Quanto è importante l’aspetto psicologico su un set fotografico, nei rapporti tra il fotografo e la modella, con il cliente…
Fondamentale!  Creare il giusto feeling su chi è sul set è il miglior punto di partenza per fare un buon lavoro.

E’ importate che ci sia un clima sereno e di tale collaborazione con il cliente e il suo staff: capirne gli obiettivi e farsene interprete e nel giorno dello shooting essere disponibile a confrontarsi, anche su esigenze dell’ultimo minuto e aperto a mediare.

Poi per me è indispensabile mettere a proprio agio la modella, deve sentirsi a casa nel senso più lato del termine, perché deve saper dialogare con la macchina fotografica con il suo volto e il suo corpo, un po’ come se parlasse con me ed è fondamentale che ci sia il giusto feeling.

Emanuele Ferrari - Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer
Emanuele Ferrari – Photo couresty of Emanuele Ferrari Photographer

Se tu non fossi diventato fotografo, cosa avresti voluto fare nella vita?
Che domande! Il calciatore, ovviamente. E se proprio avessi dovuto scegliere i colori della maglia, un bel black&white all’ombra della Mole. Ero una promettente ala mancina, dal sinistro “infuocato” :-)

Parliamo di equipaggiamento. Che macchina, e che obiettivi usi?
Uso Da Sempre Nikon. Ora per il digitale ho una d850 e una D810 come muletto. Analogica F5 e poi un paio di compattine analogiche. Lenti sempre e solo fisse.. aiutano a pensare meglio alla foto prima di scattare. Per rispondere alla tua domanda ho queste lenti: 35mm (f2) / 50mm (f1,4) / 85mm (f1,4)

Ti ricordi ancora la tua prima macchina fotografica?
Perfettamente, una Minolta a rullino quando ero alle Medie

E il tuo primo, vero, lavoro retribuito come fotografo?
Una Campagna Antifumo e la campagna per Etam Francia.

I tuoi progetti per il futuro, quali sono i tuoi obiettivi professionalmente parlando?
Continuare a imparare sempre qualcosa di nuovo, senza perdere lo stile che mi contraddistingue.

Mi piace quando mi dicono: questa foto è proprio una “Emanuele Ferrari”.

Penso che la fotografia sia una forma d’arte e spero in futuro di essere sempre più coinvolto in iniziative trasversali legate al mondo dell’arte e del fashion al tempo stesso.

Vedi le collaborazioni con Il Festival dell’amore per cui ho creato un cuore e con l’artista Call me Teti, al secolo Matteo Piccolo, per la creazione di Tavole con le mie immagini…

Tra gli obiettivi? una mostra dei miei lavori più significativi e una bella campagna da scattare in qualche luogo esotico :-)

Quali sono i consigli che puoi dare a chi vorrebbe provare ad intraprendere questa carriera?
Non smettere mai di crederci, di sperimentare e non credere mai di essere arrivati. La fotografia è un mondo in continua evoluzione. Chi si ferma è perduto.

Poi lavorare sul proprio stile: di fotografi bravi ne è pieno il mondo. Quelli riconoscibili e da ricordare si contano sulle dita di una mano (facciamo due)!

Ringraziamo Emanuele Ferrari
Fotografo
http://www.emanueleferrari.it/
https://www.instagram.com/emanueleferrariph/

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